Friday 28 November 2025 - 07:49
La Repubblica Islamica, centro di volontà e potere: restate uniti come nei 12 giorni

L’Ayatollah Khamenei, ieri sera in un discorso televisivo, ha ricordato la guerra dei 12 giorni, evidenziando la sconfitta di Stati Uniti e Israele e il fallimento dei loro piani contro l’Iran. Ha descritto il Basij come un movimento nazionale fondamentale, capace di unire generazioni e settori della società, rafforzando la resistenza del popolo. Ha richiamato all’unità nazionale, al sostegno al Governo, alla prudenza negli sprechi e alla preghiera, sottolineando come la Repubblica Islamica abbia dimostrato forza, volontà e capacità di resistere alle ingerenze esterne.

Agenzia Hawzah News – Nel suo discorso televisivo di ieri sera, rivolto al popolo iraniano, l’Ayatollah Khamenei ha ribadito la necessità di rafforzare e trasmettere di generazione in generazione l’esperienza del Basij, considerandolo una grande ricchezza, un movimento popolare e una fonte di forza nazionale. Ha sottolineato che il mancato raggiungimento di tutti gli obiettivi dell’attacco contro l’Iran da parte di Stati Uniti e regime sionista rappresenta una sconfitta indiscutibile. Ha quindi invitato l’intera popolazione e le varie correnti politiche a mantenere e rafforzare l’unità nazionale.

Ha osservato che il Basij è un movimento di grande valore spirituale e civile, caratterizzato da motivazione religiosa, coscienza morale, fiducia in sé e senso dell’onore. Ha aggiunto che la quarta generazione del Basij, composta da giovani, è oggi pienamente pronta all’impegno. Un movimento di questo tipo deve svilupparsi e rafforzarsi costantemente attraverso le generazioni.

L’Ayatollah Khamenei ha spiegato che la vitalità del Basij rafforza la resistenza dei popoli contro i tiranni del mondo, e che i popoli oppressi del mondo, con la crescita della resistenza, percepiscono sostegno e forza.

Nel definire più a fondo la natura del Basij, ha spiegato che, nella sua forma organizzata come parte del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, esso è sempre fermo davanti ai nemici e pronto al servizio del popolo. Ancora più importante è la vasta rete non organizzativa del Basij, composta da tutti coloro che, in ogni ambito — economico, industriale, scientifico, universitario, religioso, produttivo e lavorativo — agiscono con motivazione e speranza. Questa è la vera forza del Basij.

Ha osservato che il Basij, inteso in senso ampio e inclusivo, è in grado di neutralizzare i piani del nemico in ogni ambito: militare, economico, tecnologico e produttivo. Gli scienziati caduti nella guerra dei 12 giorni, i progettisti e operatori dei missili, chi ha contrastato le insinuazioni con chiarezza e logica, i medici e gli infermieri che non hanno abbandonato gli ospedali durante il conflitto, e gli atleti che nelle competizioni internazionali rendono omaggio a Dio, alla religione, al paese e alla nazione, tutti costoro, che siano o meno membri ufficiali, sono basiji.

Ha poi ricordato che l’Imam Khomeini, orgoglioso di definirsi egli stesso un basiji, voleva un Basij universale, aperto a tutte le etnie, professioni e classi, senza essere limitato a una particolare categoria sociale.

Rivolgendosi ai funzionari dello Stato, la Guida ha concluso questa parte del discorso ribadendo: «Compiere i propri doveri con fede, motivazione e onore — come un basiji — è essenziale».

La guerra dei 12 giorni e le questioni regionali

Parlando degli ultimi scontri, l’Ayatollah Khamenei ha sottolineato che, durante la guerra dei 12 giorni, il popolo iraniano ha sconfitto senza dubbio sia gli Stati Uniti sia il regime sionista. Gli aggressori erano venuti per compiere atti malvagi, ma sono stati respinti e colpiti, e sono tornati a mani vuote, senza raggiungere alcun obiettivo: è stata davvero una sconfitta per loro.

Ha poi ricordato che il regime sionista aveva pianificato per vent’anni una guerra contro l’Iran, progettata per spingere il popolo a rivoltarsi contro la Repubblica Islamica. Ma è avvenuto l’opposto: hanno fallito così clamorosamente che persino coloro che avevano divergenze con la Repubblica Islamica si sono schierati al suo fianco, generando un’unità generale nel Paese.

Ha anche riconosciuto che l’Iran ha subito danni e perdite, a causa della natura della guerra, ma ha sottolineato che la Repubblica Islamica ha dimostrato di essere un centro di volontà e potere, capace di affrontare il frastuono mediatico del nemico e di prendere decisioni forti e autonome. Ha inoltre precisato che i danni materiali inflitti al nemico sono stati di gran lunga superiori a quelli subiti dall’Iran.

L’Imam Khamenei ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno subito un grave danno politico nella guerra dei 12 giorni: nonostante l’uso di armi avanzatissime, non sono riusciti a conquistare il sostegno del popolo iraniano. Al contrario, l’unità nazionale si è rafforzata, determinando il fallimento dell’America.

Ha poi ricordato che la tragedia di Gaza, considerata una delle più grandi catastrofi della storia della regione, ha gravemente screditato il regime sionista a livello mondiale. Gli Stati Uniti, schierandosi apertamente al suo fianco, hanno subito anch’essi una pesante perdita di credibilità e prestigio internazionale.

La Guida della Rivoluzione ha affermato che il capo del governo sionista è oggi la persona più odiata al mondo, e il regime sionista la banda dominante più detestata. L’appoggio americano a questo regime trasferisce parte di tale discredito anche agli Stati Uniti.

Il Leader Supremo ha indicato l’ingerenza americana in numerose regioni del mondo come una delle cause principali del crescente isolamento degli Stati Uniti, citando la guerra in Ucraina, dannosa e infruttuosa, come esempio. Ha ricordato che l’attuale presidente americano, che aveva promesso di risolvere il conflitto in tre giorni, dopo circa un anno sta imponendo un piano in 28 punti al paese che gli Stati Uniti hanno trascinato nella guerra.

Ha poi indicato le aggressioni del regime sionista — in Libano, Siria, Cisgiordania e la drammatica situazione di Gaza — come ulteriori conferme del sostegno americano ai crimini e alle guerre di quel regime. Ha smentito categoricamente le voci secondo cui l’Iran avrebbe inviato messaggi agli Stati Uniti tramite paesi terzi, definendole menzogne assolute e affermando che non sono mai accadute.

Ha infine sottolineato che gli Stati Uniti tradiscono persino i propri alleati pur di sostenere il regime sionista e alimentare conflitti globali per assicurarsi risorse energetiche e naturali, un fenomeno che oggi si estende anche all’America Latina. Ha precisato che un simile governo, guidato da interessi egoistici e cinici, non può intrattenere rapporti né cooperare con la Repubblica Islamica, e che le sue politiche producono instabilità, sofferenza e divisione in ogni regione in cui interviene.

Indicazioni finali dell’Ayatollah Khamenei al popolo iraniano

Il Leader della Rivoluzione ha rivolto al popolo iraniano una serie di indicazioni conclusive, sottolineando i principi essenziali per rafforzare la forza e la coesione nazionale.

Ha innanzitutto richiamato alla preservazione dell’unità nazionale, riconoscendo l’esistenza di differenze politiche e sociali, ma evidenziando che di fronte al nemico è fondamentale restare compatti, come avvenuto durante la guerra dei 12 giorni.

Ha poi esortato a sostenere il presidente e il governo, evidenziando la complessità della gestione del paese e ricordando che l’amministrazione sta portando avanti, tra le altre iniziative, i progetti lasciati incompiuti dal martire Raisi, i cui frutti diventeranno visibili nel tempo.

Tra le priorità indicate vi è anche la lotta agli sprechi, in particolare di pane, gas, benzina, alimenti e altre risorse, definendo lo spreco come una delle maggiori minacce per le famiglie e per il paese. Ha precisato che senza questi sprechi la situazione nazionale sarebbe decisamente migliore.

Infine, ha invitato a rafforzare il legame con Dio mediante preghiera, supplica e ricordo costante, incoraggiando a invocare benedizioni per la pioggia, la sicurezza e la salute. Ha sottolineato che, con la Sua grazia, Dio può aprire la via alla riforma, al progresso e al miglioramento duraturo delle condizioni del paese, guidando la nazione verso stabilità e prosperità.

Tags

Your Comment

You are replying to: .
captcha